L’effetto prossimità è quel fenomeno per cui mano a mano che un microfono direzionale si avvicina ad una sorgente ( indipendente dall’angolo di ripresa ) tanto maggiore sarà la sua sensibilità alle basse frequenze, cosi da creare una distorsione nella risposta. Tale distorsione può essere non voluta, quindi risolta allontanando il microfono o utilizzando un microfono omnidirezionale ( non soggetto ad effetto prossimità ), oppure voluta, ove appunto il microfono sia carente ad esempio nelle basse frequenze per enfatizzarle maggiormente.

Come si nota nella figura 1, aumentando l’angolo di ripresa, quindi avvicinando il microfono direzionale alla sorgente, la capsula vedrà la sorgente come un ostacolo di sempre più grandi dimensioni con il conseguente fatto che meno frequenze ( soprattutto quelle con grandi lunghezze d’onda, le basse ), riusciranno ad aggirare il microfono e quindi ne verrà ripresa una maggiore energia rispetto a se allontanassimo il microfono.

Fig. 1 2016-08-26_13-35-37.jpg

Questo avviene perchè considerando una sorgente reale ( quindi avente determinate dimensioni fisiche ) questa genererà onde sonore che saranno via via sempre più omnidirezionali tanto più grande è la lunghezza d’onda in relazione alle dimensioni della sorgente sonora che la riproduce e tanto più direttive tanto più piccola è la lunghezza d’onda in relazione sempre alle dimensioni della sorgente che la riproduce, questo perchè tendono a riflettersi e a vedere come ostacolo la sorgente stessa non riuscendo ad aggirarla ( fig. 2 ) ( vedremo poi in altre argomentazioni il comportamento delle sorgenti e diffusori sonori ).

Fig. 2 2016-08-26_12-38-59

Per questo indipendentemente dalla distanza il contributo energetico prelevato dalle frequenze direttive sarà lo stesso, mentre per quelle via via sempre più omnidirezionali varierà in base alla distanza della capsula microfonica ( fig. 3 )

Fig. 3 2016-08-26_14-09-01.jpg

Per il microfono a pressione, qualunque sia la sua distanza rispetto alla sorgente mantiene lo stesso contributo energetico in un angolo di 360°, in fatti come sappiamo è omnidirezionale, per questo motivo non subisce alterazioni per effetto prossimità.

Quello direzionale e ancor più ultradirezionale subirà alterazioni della risposta in bassa frequenza in quanto che per l’angolo giro non vi è una costante energia di ripresa, tale che all’aumento energetico in asse non vi è una compensazione in asse opposto, come invece avviene in quelli omnidirezionali. Effetto di valore per frequenze con lunghezze d’onda da 2 o 3 volte superiori alle dimensioni del diaframma microfonico, quindi medio-basse e basse che interessano tutto il lobo di ripresa della capsula microfonica.

La sensibilità fornita dall’effetto prossimità dipende dall’angolo di ripresa del microfono ( fig. 4 ), tanto più è verso l’asse di incidenza con il diaframma microfonico e tanto maggiore sarà, fino anche a valori di + 10 dB in bassa frequenza e + 5/6 dB in medio bassa. Dipende anche dalla grandezza del diaframma mobile, tanto più grande sarà e tanto maggiore sarà l’effetto, per cui un’altra soluzione per eventualmente ridurlo è quello di utilizzare diaframmi più piccoli ( fig. 5 ).

Fig. 42016-08-26_14-07-29.jpg

fig. 5 2016-08-26_14-15-06.jpg

Non esiste una precisa distanza alla quale l’effetto di prossimità risulta nullo in quanto che dipende da molteplici fattori, grandezza diaframma e capsula microfonica, grandezza sorgente sonora, frequenza presa in esame, diagramma polare. Generalmente da sperimentazioni fatte si è arrivato a capire che da una distanza di 0,6 m in su l’effetto prossimità è minimo nella maggior parte dei casi ( come visto in figura 1 ).

C’è da dire però che aumentando la distanza del microfono rispetto alla sorgente calerà anche l’energia complessiva ripresa in quanto che la pressione sonora in un ambiente reale considerando la diffusione e propagazione in aria tende a calare con l’aumentare della distanza ( vedremo poi in altre argomentazioni la fisica del suono ), per cui è bene in fase di ripresa come vedremo considerare anche questo fattore.

Alcuni produttori nel diagramma della risposta in frequenza del microfono evidenziano anche la risposta in base all’effetto prossimità, quindi alla distanza del microfono rispetto ad una sorgente campione ( fig. 6 ).

Fig. 6 prossimit

 

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L’effetto prossimità è quel fenomeno per cui mano a mano che un microfono direzionale si avvicina ad una sorgente ( indipendente dall’angolo di ripresa ) tanto maggiore sarà la sua sensibilità alle basse frequenze, cosi da creare una distorsione nella risposta. Tale distorsione può essere non voluta, quindi risolta allontanando il microfono o utilizzando un microfono omnidirezionale ( non soggetto ad effetto prossimità ), oppure voluta, ove appunto il microfono sia carente ad esempio nelle basse frequenze per enfatizzarle maggiormente.

Come si nota nella figura 1, aumentando l’angolo di ripresa, quindi avvicinando il microfono direzionale alla sorgente, la capsula vedrà la sorgente come un ostacolo di sempre più grandi dimensioni con il conseguente fatto che meno frequenze ( soprattutto quelle con grandi lunghezze d’onda, le basse ), riusciranno ad aggirare il microfono e quindi ne verrà ripresa una maggiore energia rispetto a se allontanassimo il microfono.

Fig. 1 2016-08-26_13-35-37.jpg

Questo avviene perchè considerando una sorgente reale ( quindi avente determinate dimensioni fisiche ) questa genererà onde sonore che saranno via via sempre più omnidirezionali tanto più grande è la lunghezza d’onda in relazione alle dimensioni della sorgente sonora che la riproduce e tanto più direttive tanto più piccola è la lunghezza d’onda in relazione sempre alle dimensioni della sorgente che la riproduce, questo perchè tendono a riflettersi e a vedere come ostacolo la sorgente stessa non riuscendo ad aggirarla ( fig. 2 ) ( vedremo poi in altre argomentazioni il comportamento delle sorgenti e diffusori sonori ).

Fig. 2 2016-08-26_12-38-59

Per questo indipendentemente dalla distanza il contributo energetico prelevato dalle frequenze direttive sarà lo stesso, mentre per quelle via via sempre più omnidirezionali varierà in base alla distanza della capsula microfonica ( fig. 3 )

Fig. 3 2016-08-26_14-09-01.jpg

Per il microfono a pressione, qualunque sia la sua distanza rispetto alla sorgente mantiene lo stesso contributo energetico in un angolo di 360°, in fatti come sappiamo è omnidirezionale, per questo motivo non subisce alterazioni per effetto prossimità.

Quello direzionale e ancor più ultradirezionale subirà alterazioni della risposta in bassa frequenza in quanto che per l’angolo giro non vi è una costante energia di ripresa, tale che all’aumento energetico in asse non vi è una compensazione in asse opposto, come invece avviene in quelli omnidirezionali. Effetto di valore per frequenze con lunghezze d’onda da 2 o 3 volte superiori alle dimensioni del diaframma microfonico, quindi medio-basse e basse che interessano tutto il lobo di ripresa della capsula microfonica.

La sensibilità fornita dall’effetto prossimità dipende dall’angolo di ripresa del microfono ( fig. 4 ), tanto più è verso l’asse di incidenza con il diaframma microfonico e tanto maggiore sarà, fino anche a valori di + 10 dB in bassa frequenza e + 5/6 dB in medio bassa. Dipende anche dalla grandezza del diaframma mobile, tanto più grande sarà e tanto maggiore sarà l’effetto, per cui un’altra soluzione per eventualmente ridurlo è quello di utilizzare diaframmi più piccoli ( fig. 5 ).

Fig. 42016-08-26_14-07-29.jpg

fig. 5 2016-08-26_14-15-06.jpg

Non esiste una precisa distanza alla quale l’effetto di prossimità risulta nullo in quanto che dipende da molteplici fattori, grandezza diaframma e capsula microfonica, grandezza sorgente sonora, frequenza presa in esame, diagramma polare. Generalmente da sperimentazioni fatte si è arrivato a capire che da una distanza di 0,6 m in su l’effetto prossimità è minimo nella maggior parte dei casi ( come visto in figura 1 ).

C’è da dire però che aumentando la distanza del microfono rispetto alla sorgente calerà anche l’energia complessiva ripresa in quanto che la pressione sonora in un ambiente reale considerando la diffusione e propagazione in aria tende a calare con l’aumentare della distanza ( vedremo poi in altre argomentazioni la fisica del suono ), per cui è bene in fase di ripresa come vedremo considerare anche questo fattore.

Alcuni produttori nel diagramma della risposta in frequenza del microfono evidenziano anche la risposta in base all’effetto prossimità, quindi alla distanza del microfono rispetto ad una sorgente campione ( fig. 6 ).

Fig. 6 prossimit

 

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